domenica 27 novembre 2011

La stampa

tratto la stampa
Le società di Nina Moric e Fabrizio Corona
GIANLUCA PAOLUCCI
MILANO
Chi pagherebbe 40 mila euro per una società che ne fattura zero, ne perde cinquecento e la cui unica voce dell’attivo è un «credito verso clienti» di 20 mila euro? Risposta: Nina Moric, ex modella molto avvenente ma poco avveduta. A vendere è stato il marito Fabrizio Corona, adesso in carcere. Per rendere il tutto più complicato, la Moric compra la società da Corona quando il caso vallettopoli sta per scoppiare, il 30 novembre scorso. E mentre i due si scambiavano, intercettati, telefonate tutt’altro che amorevoli (lei a lui: «Soldi marci, ti rovini la vita». Lui a lei: «Non avrai una lira, tanto lo sai quanto dichiaro»). Allora, perché spendere 40 mila euro per una società - il nome è Carlos, come il figlio della coppia - con un fatturato nullo negli ultimi due bilanci disponibili e nessuna attività registrata, se non un vecchio credito di 20 mila euro in scadenza entro il 2006? La domanda se la sono posta gli inquirenti di Potenza che indagano sulle faccende di Corona & company e anche di questo la modella croata dovrà rispondere nel suo prossimo interrogatorio davanti a John Woodcock.Di certo però non si può dire che Corona non avesse il senso degli affari. Quando vende la società alla moglie incassa 40 mila euro. Ma quando 2 anni e mezzo prima, nel 2004, ne compra il 50 per cento da Francesco Guzzi paga solo 5 mila euro. Non male, una rivalutazione del 400 cento in poco più di due anni per una società che fattura zero. Ad assistere Corona in entrambe le operazioni è il notaio milanese Luciano Quaggia. Guzzi, l’ex socio di Corona nella Carlos, è un personaggio noto alle cronache mondane. È a sua volta socio e stretto collaboratore di Lele Mora (negli uffici della Lm è noto come «Fragolino»). Ha partecipato, accanto a Costantino Vitagliano e Daniele Interrante, al film «Vita smeralda». E secondo le cronache mondane è fidanzato «a corrente alternata» con Cecilia Capriotti, altra figura del giro di Lele Mora, indagata anche lei a Potenza per concorso in estorsione con Corona e Mora. Il troncone è quello più recente e riguarda le minacce a Francesco Coco, nel gennaio scorso, quando il calciatore era in procinto di passare al Manchester City e la brillante compagnia di viale Monza (la via milanese dove hanno sede sia la Corona’s che le società di Mora) minacciava di vendere ai giornali inglesi le sue foto «in compagnia di altri uomini».Altra assidua frequentazione di Fabrizio Corona è quella con il numero zero. Almeno contabilmente, nei documenti ufficiali. Zero è il fatturato della Carlos dopo che ne diventa l’unico proprietario - l’anno prima fatturava 25 mila euro -, zero è il numero scritto nella sua dichiarazione dei redditi, zero è il suo stipendio da amministratore della Corona’s, la società dalla quale partivano i fotoricatti. E questa va decisamente meglio della Carlos. Con il fatturato che passa dai 900 mila euro del 2003 ai 2,1 milioni del del 2004, fino ai 4,1 milioni del 2005. Notevole anche l’utile (79 mila euro nel 2003, 222 mila nel 2004, 150 mila del 2005). Ma Corona, primo azionista e amministratore unico, non percepisce alcun compenso, almeno formalmente. Secondo i pm qualcosa in mano a Corona c’è restato. Come quel giro di assegni partiti dalla Corona’s e finiti ad una società di Rapallo. E la Moric, consapevole o meno, c’è finita in mezzo. Anche perché Nina, sposata con Corona in regime di separazione dei beni, della Corona’s è socia. Le quote della srl sono quasi tutte intestate ad una fiduciaria, la Unione Fiduciaria del gruppo Popolare di Lodi. Secondo quanto accertato dai magistrati, dietro alla fiduciaria ci sono i coniugi Corona. La parte restante, lo 0,1 percento, è intenstata direttamente a Corona, che l’ha comprata nel marzo del 2005 dal commercialista milanese Fabio David Debenedetti. Anche qui, almeno stando alle carte ufficiali, Corona ha dimostrato una notevole abilità per gli affari. Quella quota, pur piccola, di una società che fattura oltre 4 milioni e con un rapporto tra mol e ricavi doppio del settore, l’avrebbe pagata solo 10 euro.

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