mercoledì 30 novembre 2011

CHAT COSTA E' LA PRIMA VOLTA





entro in linea la chat di Costantino( E ' la prima volta entro in chat)
Ragazze ho chiamato a 'COSTANTINO VITAGLIANO IN LINEA'' per la prima volta. Ho detto pronto pronto costa, lui diceva piacere Costantino, io ho detto dove sei? lui ha detto stava a Milano, con la sua fidanzata. Lui mi ha detto di dove sei?io ho detto di Napoli napoletana come te, lui mi parlava dei suoi genitori che abitavano San Martino a Napoli, lui mi ha detto cosa fai nella vita?mi sono diplomata a giugno, sei lui mi ha detto fidanzata? io ho detto no ho avuto slo flirt, poi mi ha detto che mi racconti?Ho finito il credito.
commento che dire era la prima chat di costa, è normale ero un pochino emozionata, ma tranquilla il mio cuore batteva a mille, nè valeva la pena di chiamarlo.

LIBERO

Tratto da libero

Vallettopoli/ E mentre Corona arriva a Milano, Costantino è ospite di Mora...
Venerdí 13.04.2007 10:00

Nella vita gli amici non ti abbandonano mai, specialmente nei momenti di difficoltà



Tenerone...
Le foto, uscite sul numero di "Star+Tv" in edicola il 18 aprile, ci mostrano un Costa rilassato, palestrato e in perfetta forma, ritratto serenamente insieme a Linda Santaguida (29 anni), ex Schedina, naufraga all'Isola dei Famosi e mamma di una bella bambina. Che Vitagliano coccola quasi paterno mentre, nella villa di Mora, festeggia otto mesi di fidanzamento.

Prove da papàE qualcuno arriva a scommettere che presto si sposeranno. Davvero la bella Linda riuscirà a mettere l'anello al dito dell'impenitente rubacuori, per anni dolce metà della bella Alessandra Pierelli? Vedremo.

BUONA DOMENICA




















A TUTTI

IL GIORNALE

tratto da il giornale
Le celebrità che (purtroppo) vissero due volte


di Stefano Lorenzetto - sabato 14 aprile 2007, 07:00

L’ex portavoce pontificio Joaquín Navarro-Valls ha definito i suoi prossimi impegni da pensionato. Oltre a scrivere editoriali sul quotidiano fondato dal noto teologo Eugenio Scalfari, farà il presidente della giuria dei letterati del premio Campiello, patrocinato dagli industriali del Veneto. Del resto egli ha una grossa esperienza di premi: nell’anno della morte di Giovanni Paolo II, suo datore di lavoro a partire dal 1984, ha trovato il tempo per attraversare l’Italia da Folgarida a Gallipoli, andando a ritirarne ben 13. Inoltre gli sta molto a cuore l’economia del Nord Est: era ancora al servizio di Papa Wojtyla quando decise d’accettare un posto nel comitato etico dell’azienda trevigiana produttrice della «scarpa che respira», reclamizzata in questi giorni da uno spot televisivo assai poco etico, di sicuro più asfissiante della puzza di piedi.Al Campiello il dottor Navarro-Valls sarà in ottima compagnia. Nella giuria dei letterati siederà anche colei che un giorno fu chiamata a ricoprire la terza carica dello Stato italiano, Irene Pivetti, l’ex responsabile della consulta cattolica della Lega lombarda passata dalla croce della Vandea che ostentava al petto 15 anni fa ai busti sadomaso in latex («mi sento sexy come Catwoman», ha dichiarato). Ora l’emerita della Camera, che nel 1994 fece togliere dal suo studio di Montecitorio le tele settecentesche con Veneri discinte e uomini spogli, si fa fotografare appoggiata al didietro nudo di Costantino. Vitagliano, però. Due creature dello stesso agente: Lele Mora. In hoc signo vinces.L’accostamento – fra l’ex direttore della Sala stampa vaticana e l’ex presidente della Camera, intendo – non deve apparirvi casuale. Sempre più spesso la cronaca ci offre sconcertanti esempi di pendolarismo fra i personaggi pubblici. Abbandonati i ruoli di alto profilo istituzionale che furono chiamati a svolgere per un tratto della loro vita, costoro dimenticano i doveri di dignità che certi incarichi comportano anche dopo averli lasciati. Il fenomeno investe tutti i campi, dalla politica alla giustizia.Sono rimasto interdetto nel vedere che l’ex magistrato Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Cassazione, giudice istruttore nei processi per l’assassinio di Aldo Moro, per l’attentato a Giovanni Paolo II, per gli omicidi del vicepresidente del Csm, Vittorio Bachelet, e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione, per la strage di piazza Nicosia, l’uomo che ha indagato sul crac Sindona e sulla banda della Magliana, il «fustigatore della mafia» (definizione del Times) al quale i pezzi da novanta uccisero un fratello per vendetta, costretto a lasciare la magistratura per le continue minacce di morte da parte di Cosa nostra e della camorra napoletana, già consulente dell’Onu nella lotta alla droga, eletto prima alla Camera e poi al Senato come indipendente di sinistra, per tre legislature membro della commissione antimafia, ora è finito a dirimere le beghe condominiali a Forum su Rete 4. Che l’abbia fatto per solidarietà con Rita Dalla Chiesa, figlia del generale trucidato dai sicari di Totò Riina e Bernardo Provenzano?

ENCICLOPEDIA DEI TRONISTI

L'ENCICLOPEDIA DEI TRONISTI
COSTANTINO QUANDO HA PARTICIPATO COME TRONISTA A UOMINI E DONNE

STAR TV N°14

tratto da star tv n°15



COSTANTINO E LINDA IN SARDEGNA FOTOGRAFATI SU STAR TV

Oggi pomeriggio ho comprato start tv n°15 e trovato costa e linda su star tv lei sta benissimo con costumino rosa e bianco lui sta con il custume blu e rosso sono carinissimi in queste foto

PRIMONUMERO

tratto Primonumero.it
Società & CostumeCon Lele Mora a Villa CertosaVita spericolata di MichelangeloMichelangelo Lecce, 37 anni termolese: dalle passerelle di Parigi alle feste con Berlusconi e Briatore. Assistente personale di Lele Mora, ospite nell'appartamento di Aida Yespica, ha mollato il mondo dello spettacolo (“troppi compromessi”) per dedicarsi alla musica. Adesso fa il road manager per i Velvet: “Sono una specie di tutor, ma mi sento anche un fratello maggiore”. In questa intervista racconta le feste vip a Milano, la sua vita sempre in viaggio e i desideri per il futuro.
di Chiara Maraviglia

Michelangelo Lecce durante una sfilataUn mese “al soldo” di Lele Mora, dal settembre all’ottobre scorsi. E poi l’addio, giusto in tempo. Poco prima, cioè, che lo scandalo di “Vallettopoli” travolgesse l’agente dei vip e tutta la sua banda: «Era elettrizzante lavorare per lui. Locali, celebrità, case di lusso. Ma a me piace la musica, e ho deciso di tornare a fare quel che più mi piace: l’organizzatore di tour per cantanti».Chi parla è Michelangelo Lecce, 37 anni, termolese. Nel periodo in cui ha lavorato con Mora si è trasferito a Milano, nella casa che era stata abitata da Aida Yespica, a due passi dallo studio di Fabrizio Corona, il fotografo attualmente in carcere. Ma quella è stata solo una parentesi di un lungo curriculum nel mondo dello spettacolo e della moda.Michelangelo ha cominciato a sfilare a 14 anni a Parigi per firme come “Moschino” e “Byblos”. A 23 ha deciso di abbandonare le passerelle, e nel frattempo ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Brera, tanto che è anche pittore e scultore nel tempo libero, oltre a essere cintura nera di Shuai Chiao, lotta cinese. Dal 1998 ha iniziato a lavorare nella musica, affiancando vari artisti, come Paola Turci, Gerardina Trovato, Mietta, Patty Pravo e i ‘Velvet’, con i quali ha un rapporto professionale da 7 anni. Attualmente è con loro nel tour di 12 date in tutti i club d’Italia, e ogni tanto torna a Termoli per riposarsi. Questa volta anche per raccontare la sua vita e le sue esperienze. Come hai conosciuto Lele Mora?«La scorsa estate ho lavorato come tour manager con la cantante Patty Pravo. Abbiamo partecipato a due feste, al ‘Billionaire Beach Club’ e nella villa Certosa di Silvio Berlusconi, a Porto Rotondo. In quella occasione ho conosciuto Lele Mora, che passa molte giornate nella dimora del Cavaliere. Mi ha proposto di fargli da assistente personale, e di seguirlo in tutto il mondo. Mi aveva detto di andare a San Pietroburgo per una festa organizzata per Putin, che poi però è saltata. L’offerta era irrinunciabile, ho avvertito il manager di Patty Pravo che avrei continuato a lavorare finché era possibile». E poi ti sei trasferito a Milano…«Mora mi ha dato in prestito un appartamento superlussuoso in viale Monza, prima occupato da Aida Yespica, al numero civico 9, dove vivono tutti gli artisti della sua scuderia. A due passi c’è lo studio di Fabrizio Corona. Spesso sono stato a pranzo con lui, con Daniele Interrante, Costantino Vitagliano, e le vallette lanciate da Mora. Corona parlava solo di lavoro. Costantino era un po’ distante, forse si sentiva in competizione». Come è stato quel periodo?«Ho vissuto un mese da favola. A pranzo e cena c’erano tutti i potenti della tv. Mora mi ha dato tutto: macchina, vitto, alloggio, porte aperte ai locali di Milano. Mi ha fatto iscrivere alla palestra più in della città, dove avrei potuto conoscere anche altri artisti. Io amministravo la sua giornata di lavoro, e ogni giorno era come dal medico: sul divano di casa c’erano i famosi ad attendere udienza, e volavano contratti da migliaia e migliaia di euro». Che tipo è Lele Mora, e cosa pensi dell’inchiesta di Vallettopoli?«Mora ha un grande carisma, mi ha trattato come un figlio. Mi sembra ridicolo che ci sia così tanto clamore intorno a questa storia. Tutti sanno che il mondo dello spettacolo è corrotto, che chi ci si avvicina il più delle volte deve scendere a compromessi. E spesso è difficile scegliere la persona con la quale barattare il successo. Se invece non accetti, sei tagliato fuori. Nella moda e nello spettacolo l’unico valore è il denaro, mentre il mondo della musica è molto più pulito». Perché hai deciso di interrompere l’esperienza lavorativa con Mora?«L’amore per la musica mi ha portato via. Ho ripreso il mio lavoro di tour e road manager. Ho cominciato questo mestiere nel 1998, grazie a un amico termolese, Umberto Ingaldi, al quale devo molto. All’inizio ho seguito Paola Turci, poi Mietta e Gerardina Trovato. E da sette anni sono al fianco dei ‘Velvet’. Sono 4 ragazzi fantastici, le persone più educate che abbia mai incontrato, è come se fossi il loro fratello maggiore». In che cosa consiste questa professione?«Il road manager ha un compito più delicato, perché può fare anche da guardia del corpo. Segue tutta la logistica degli spostamenti: si mette d’accordo per la partenza nel corso dei tour, si occupa del sound check nei concerti, controlla se l’albergo ha determinate caratteristiche che vadano a genio ai cantanti. Amministra la loro giornata, sa qual è il cibo preferito delle star, e sta attento alla sicurezza dei percorsi, è una specie di tutor. Devi farti accettare dall’artista, che con il tempo si comincia a fidare di te. Il tour manager cura i contatti con le agenzie che forniscono gli eventi, con i proprietari dei locali, invia i rider tecnici, con le indicazioni sull’impianto audio e sulle luci per i concerti, si preoccupa della disposizione del palco, dei camerini, del catering, del posto auto, di tutto il necessario per l’allestimento di un concerto». I vantaggi del mestiere?«Sicuramente il guadagno. Si possono poi conoscere anche persone influenti, che ti introducono in altri settori. E’ un lavoro che a me viene naturale. Mi piace prendermi cura degli altri. Le persone sentono di volermi raccontare di loro. Ho bisogno di essere sempre in movimento. Adoro la comunicazione. Non ho paura della morte, ma di non riuscire a relazionare con la gente. Un’esistenza più comune non permette di provare queste esperienze. Io tengo molto alla qualità della vita, e ho imparato anche che per un banale errore puoi tornare nell’anonimato». Quali sono invece gli inconvenienti?«E’ un lavoro rischioso perché per ogni tour si percorrono migliaia di chilometri in macchina. Alla fine di un concerto, anni fa, per proteggere un artista da un’aggressione, mi hanno preso a pugni sulla schiena. E’ una scelta che pesa anche nei rapporti della vita privata, se hai una donna che non capisce quello che fai. E’ anche molto stressante, c’è un notevole carico di responsabilità. Non c’è orario. Spesso due cellulari non bastano». Si dice sempre che gli artisti sono viziati e capricciosi. E’ vero? «Sono persone con grandi fragilità e con l’esigenza di fidarsi, come dei bambini che hanno bisogno di abbracci». E’ da tanto tempo che frequenti il mondo dello spettacolo. Quando hai cominciato?«A 14 anni mio fratello mi portò a Parigi per un casting di un’agenzia di moda. Mi scelsero per un servizio redazionale per la rivista ‘Depeche mode’, per Moschino. E così ho cominciato a fare l’indossatore. La madre della mia ragazza aveva una catena di 10 negozi di abbigliamento a Pescara. Durante una sfilata mi notò Stefano Cavezzi, titolare dell’agenzia ‘Collection Mode’, che ora ha sede a Bologna. Ho lavorato anche per ‘Flash’ e ‘Why not’, ho sfilato per Byblos, Gianfranco Ferrè, Nazareno Gabrielli, ho partecipato a ‘Pitti Uomo’. A 23 anni ho deciso di lasciar perdere, perché più aumentava la notorietà e più dovevo scendere a compromessi. Io non accetto di fare strada in questo modo. Nel frattempo ho fatto da pr per le discoteche e ho lavorato anche come cameriere». La bellezza ti ha sempre aiutato?«Mi ha portato dei vantaggi, ma per lavorare bene conta il cervello». Vai spesso alle feste dei vip?«Solo per lavoro. I party sono sempre organizzati per propaganda, per farsi vedere. C’è poco di realistico, i dialoghi sono molto attenti, i paparazzi sono chiamati apposta dai vip. Quando due persone dello spettacolo si abbracciano molto spesso sono alla ricerca di un flash». E Termoli? Sei legato alla tua città?«Da due mesi ho la ragazza qui. A Termoli ho gli amici, e quando ho tempo mi piace stare con loro. Amo questo posto perché ci si riposa bene». Che farai in futuro?«Vorrei continuare il lavoro che svolgo attualmente. Nella musica va avanti il prodotto e non altro. Ho intenzione di sviluppare la mia professione, magari senza spostarmi, perché a lungo andare muoversi in continuazione pesa».

(Pubblicato il 11/04/2007)

martedì 29 novembre 2011

STAR TV N°14

tratto da start tv N°14
costa e ricky sono out?
direttore, costantino dice lui lavora ancora in tv a differenza di altri che sono scomparsi. la sua compagna, Linda,
dichiara di lavorare in lei ha sua <> televisiva...Una domanda agli altri lettori: è un pproblema del nostro televisoreo anche voi non li vedete mai qualche rara apparizione? Forse lavorano per qualche piccolo emittente, perchè sulle reti internazionalinoi non li vediamo mai (e per fortuna!). Purtroppo talvolta ce li ritroviamo sul solito settimanale dove fanno servizi posati fatti passare come scoop... Direttore, non ne possiamo più delle fesserie di Costantino e dela sua chat... Non l'ha capito che è un personaggio
Silvia,Mary e Paola
Ok, giro la domanda agli altri lettori.Con un consiglio: se non sopportate le chiacchiere di costa,non frequentate la sua chat.Il tempo si può impegnare in tante cose belle.

DAGOSPIA

tratto dagospia
PONZELLINI GALANTE CON LA SANTADECHÉ – PASQUA A CAPALBIO - COSTANTINO: MORA TRATTATO COME UN CRIMINALE - FLAVIA VENTO STUFA DELLA STORIA DI TOTTI - BRAD E ANGELINA MEGAYACHT A CIVITAVECCHIA – MALDIVE PER EROS E MICHELLE…
1 - Accadde a Cortina. La Santadeché versione casalinga impegnata è in un negozio di frutta e verdura intenta a scegliere zucchine e lattughe quando fa il suo ingresso il fatidico Massimo Ponzellini armato di alpenstock d'ordinanza. Cara Dani, so che domani (sabato) è il tuo compleanno permettimi di farti dono delle cose che hai appena comperato. Il bel gesto da gentiluomo è costato 250 euro a Paraponzellini.2 - Accadde a Capalbio. Pasqua in casa Rizzoli. Mercè il compleanno numero 67 di Mario D'Urso, Angelo e Melania sono riusciti nel miracolo di mettere insieme il diavolo e l'acquasanta, l'Etrusco Fabiani e Rutelli, Giuliano Ferrara e Claudio Petruccioli, Andrea Manzella e Palombelli.3 - Accadde a Casetta d'Ete. Pasqua di Della Valle con Carlito Rossella.4 - Carlo Rossella per “Il Foglio” - Weekend a Brema. Una birra da Schüttinger, una banda, le belle fanciulle che passeggiano sulla piazza. Le città anseatiche, ora che le giornate si allungano, sono sempre più piacevoli.5 - Domenica 16.35 in Trastevere, Piazza San Giovanni della Malva, Emma Bonino con riviste sottobraccio, giacchina beige, pantaloni scuri e borsa a tracolla, va verso casa. E' il solo ministro ad aver partecipato in mattinata alla marcia contro la pena di morte.6 - Sabato di Pasqua alle 14.42 Corso Vittorio Emanuele II angolo Piazza S. Pantaleo passeggia Paolo Mieli. Abito blu fresco con cravatta, cigarro in bocca e un busta shopping in mano. Con lui una bella fanciulla mediterranea, capelli neri, jeans, basket e maglietta bianca. 7 - Sempre a Roma, domenica, alle 20.45, al Matriciano, cena Christian De Sica in compagnia della moglie e di un amico.8 - (Adnkronos) - In molto giurano che sia in procinto di lasciare la scuderia di Lele Mora, ma l'ex tronista Costantino Vitagliano, intervistato da "Tu", il settimanale diretto da Anna Bogoni in edicola domani, smentisce categoricamente: "Niente di piu' falso. Non mi e' mai passata per la testa una cosa del genere. Io e lui siamo legati professionalmente, ma anche a livello personale c'e' un grande affetto e un bellissimo rapporto. Del resto se sono diventato qualcuno lo devo anche a lui. Sinceramente mi indigno per il trattamento che gli e' stato riservato, descritto come un criminale da certi giornali". Costantino afferma poi di voler dare una svolta alla sua carriera: "Voglio cresce professionalmente, non posso essere un bel bambolotto per sempre. Mi piacerebbe condurre un programma pomeridiano come quelli che fa Maria De Filippi, ma ho ancora moltissima strada da fare". Quanto al rapporto con Linda Santaguida, a un possibile matrimonio, "nessun preparativo -dice Costantino Vitagliano- ci amiamo e viviamo assieme da otto mesi, ma non abbiamo mai parlato di matrimonio imminente e nemmeno della voglia di avere un figlio subito. Quando arrivera' lo diremo apertamente, ma non credo accadra' presto".9 - (Adnkronos) - "Mi sono stufata della storia di Totti e la voglio solo dimenticare. Sono stata sentita dai magistrati, ma sapete qual e' la cosa piu' grave? Accusano una persona che non ha fatto niente. Quando sara' tutto finito faro' il giusto casino! Ora sono molto rilassata. E in fondo anche contenta che si faccia pulizia nel mondo dello spettacolo, cosi' si vedra' che quelle che lavorano in tivu' non sono tutte ragazze facili". Intervistata da "Tu", il settimanale diretto da Anna Bogoni in edicola domani, la show-girl Flavia Vento torna cosi' a parlare della vicenda di 'Valettopoli'. "Ho avuto molte proposte indecenti, ma ho sempre detto di no. Dovessi dire chi ci ha provato con me, si aprirebbe un'altra Vallettopoli! Intanto stiamo a vedere se questo scandalo si sgonfiera' o meno. Per quanto mi riguarda, voglio solo chiarezza e giustizia su di me", aggiunge la Vento che poi, a chi la accusa di essere 'fuggita' negli Stati Uniti risponde seccamente: "Non sono scappata da niente e da nessuno, ho la coscienza a posto. Vorrei stabilirmi a Los Angeles e frequentare l'Actor's Studio di Strasberg". 10 - Gianni Boncompagni per “Il Foglio” - Leggendo le notizie sui giornali mi viene in mente quello che disse un vecchio professore di filosofia: “Sono un uomo anziano, ma sono profondamente ottimista riguardo a nessuna cosa”.11 - Pietrangelo Buttafuoco per “Il Foglio” - Apprendiamo dalla rubrica Alta Società che la cancelliera Angela Merkel, cristiana dichiarata, è arrivata ieri, venerdì santo, giorno di astinenza dalle carni e digiuno, a Sant’Angelo d’Ischia, dove ha mangiato “coniglio all’ischitana”. E poi dice che uno si butta con la umma.12 - Aldo De Luca per “Il Messaggero” - Cè chi si compra il pattino, il canotto, chi il gozzo, il motoscafo... e chi invece, sciala: e si compra una nave. A scialare in questo caso è la coppia più famosa e bella della Terra, Brad Pitt e Angelina Jolie, le più splendenti stelle hollywoodiane. Che hanno appena ordinato un megayacht da 85 metri, una nave insomma. Che in fondo non gli costerà neppure tanto, circa duecento milioni di euro, quattrocento miliardi delle vecchie lire: e che so’ per lui e lei, per Brad e Angelina... so’ noccioline. La «barca» è stata commissionata ai cantieri della Privilege Yard che fa capo alla società Ultrapolis, multinazionale con sede a Singapore, Hong Kong, Stati Uniti e Londra. I cantieri si trovano a nord del porto di Civitavecchia e verranno inaugurati il prossimo 20 aprile, a tagliare il nastro sarà il presidente della Regione Piero Marrazzo.A capo del pool dei progettisti Mario La Via, quello che ha firmato megayacht famosi come Nabila dello sceicco Kashoggi o Al Riad della famiglia reale saudita. Brad Pitt è uno dei primi committenti dei nuovi cantieri, la «barca» gli verrà consegnata a luglio del 2009. Altri committenti un emiro del Dubai e il miliardario russo Abramovich, ma loro si sono potuti permettere di ordinare megayacht da 125 metri. E ora qualche curiosità sul natante della coppia hollywoodiana: 2 appartamenti (da 300 metri quadri), due suite (da 150), 9 saloni, un centro benessere, una palestra all’interno una all’esterno, 5 piscine, 7 ascensori, 2 piattaforme per elicotteri più hangar, garage per 8 limousine, un sottomarino di vetro da 12 persone per escursioni fino a 200 metri di profondità. Nel prezzo è compresa una allegra comitiva di delfini che fanno ala...
13 - Aldo De Luca per “Il Messaggero” - Hunziker-Ramazzotti uniti alle Maldive. Eros è partito un giorno prima, con la figlia Aurora, la tata Carlotta, più due coppie di amici. Michelle il giorno dopo dal Leonardo da Vinci, insieme alla inseparabile assistente Manuela Ferrari, che in attesa del decollo hanno cenato al «Posto carino» di Fiumicino. La famiglia «ricomposta» trascorrerà la vacanza pasquale nell’atollo Ari. Al ritorno (15 aprile) Michelle ripartirà per l’India, in compagnia di due amiche. E poi si trasferirà a Roma, dov’è attesa al Sistina per andare in scena con il suo Cabaret, reduce dai successi di Milano.Dagospia 10 Aprile 2007

La stampa

tratto la stampa
10/4/2007 (7:47) - IL CASO
L’ultimo no di Cortina: basta con le veline
La città delle liti: dalle minacce all’ambiente a Vallettopoli
MARIA CORBI
INVIATA A CORTINA D’AMPEZZOCortina la litigiosa. L’ultimo fronte che divide abitanti e villeggianti della «perla» delle Dolomiti è quello secessionista. Ma non è certo l’unico argomento che fa discutere e divide la valle ampezzana, circondata dai picchi incantati delle Tofane e del Cristallo: qui gli interessi in ballo sono molti e sfociano in battaglie durissime. Come quella sulla tangenziale di Cortina, un modo per liberare il centro dalle auto e dallo smog, o sul campo da golf approvato quest’anno e su cui i verdi hanno alzato barricate per anni (per adesso solo 9 buche, poi si vedrà). Per non parlare dell’insofferenza che si è scatenata a Natale quando gli habitué hanno alzato il loro nasino nel vedere con chi avrebbero dovuto trascorrere le feste. Truppe scomposte di Lele Mora all’attacco. Un’orda di tronisti e troniste, da Costantino Vitagliano ai fratelli Angelucci, passando per naufraghe varie dell’Isola dei Famosi, che «strusciavano» sul corso principale violando posti sacri come il bar del Posta o il Bar Lovat. «Orrore», hanno borbottato in molti scuotendo la testa su questo turismo da vallettopoli in quello che considerano un loro gioiello, una delle cinque località più glamour del mondo.Da snobbati a snobE così, con i nuovi arrivi, anche i personaggi cult disegnati da Vanzina nei suoi film di Natale, l’esercito di occupazione ampezzano formato dai generoni romani, è stato finalmente promosso. Da snobbati a snob anche loro. D’altronde non è stato il primo anno in cui i semivip hanno turbato la quiete dei vip a denominazione di origine controllata nella valle. Impossibile dimenticare due Natali fa, quando un infuriato Sting è stato costretto a scappare a gambe levate da Cortina invasa da ragazzotti che lo fotografavano con il telefonino. E anche Marta Marzotto, da sempre animatrice delle serate cortinese, gli ha dato ragione: «Addio Cortina. Sono cambiati gli ospiti, i turisti, il grande pubblico. Un tempo solo di élite. Impossibile oggi tutelare la propria privacy».Periodo nero per la «Perla» offuscata da ospiti poco graditi, «guerre» di secessione e da polemiche infinite come quella sulla Tangenziale che dovrebbe salvare il centro della cittadina da auto e smog. Undici chilometri e 330 metri di asfalto che correranno soprattutto in galleria con il tunnel sostenuto da piloni, progetto approvato dalla Regione che ha diviso abitanti e villeggianti. Da una parte chi dice: «Qualcosa si deve fare per decongestionare strade e aria» (tra loro molti giovani rampolli capitanati da Martina Mondadori). Dall’altra chi parla di «scempio ambientale».E che dire del progetto del campo da golf, approvato dopo 50 anni di polemiche e opposizioni, su cui però i verdi non si sono ancora messi l’anima in pace. Un progetto che interessa la zona che dal Miramonti scende a baita Fraina e che ha tra i suoi sponsor i grandi imprenditori veneti. La Club House sarà costruita sul terreno di proprietà delle Regole di Cortina, l’ente che gestisce il territorio forestale agricolo, in puro stile ampezzano. Come il famoso club18.Baita in dotazioneDi solito le «risse» sui problemi della «Perla» sfogano d’estate, quando in paese arrivano in massa imprenditori e bel mondo con baita in dotazione. E questa estate, tra un libro e l’altro presentati nella kermesse di Enrico e Iole Cisnetto, tangenziale e golf saranno argomenti «vecchi» rispetto al rischio-possibilità (a seconda di come la si vede) di cambiare Regione. Le vallate ladine, in Veneto, si preparano a scegliere se andare avanti verso la scissione o meno. «Non è una cosa nuova questa che chiediamo - racconta Elsa Zardini, presidente dell’Unione dei Ladini di Ampezzo -. Siamo stati per 500 anni sotto l’impero asburgico e dopo la Prima guerra mondiale, nel 1921, i nostri tre Comuni sono passati sotto il Veneto e poi tornati a Bolzano e ancora al Veneto, una sorta di balletto durato fino alla fine del Secondo conflitto mondiale. Andavamo e venivamo da Bolzano al Veneto a seconda di come andava la guerra».Insomma solo una questione storica, secondo la Zardini: Ci siamo informati prima di chiedere il referendum e le ragioni storiche sono dalla nostra parte. Stiamo mettendo assieme una documentazione, che parte dal 1918, che testimonia le nostre richieste di restare uniti con le altre valli ladine». Ma il presidente del Veneto, Giancarlo Galan, non crede a questo moto di affetto per le radici della minoranza linguistica: «Questo accade perché confiniamo con due Regioni a Statuto Speciale che, grazie ai fortissimi privilegi di cui godono, rappresentano il miele per le mosche che mettono in moto azioni secessioniste». La secessione, avverte Galan, è un danno per il Veneto. E per questo il governatore si rivolge ai parlamentari veneti: «Fatevi sentire in Parlamento, fatevi sentire dal governo, impedite in ogni modo lo smembramento della Regione che vi ha eletti. Seguiremo le attività di chi è stato eletto in Veneto e giudicheremo, assieme agli elettori, comportamenti e scelte in base al danno che comportamenti e scelte causeranno all’integrità del Veneto».

La stampa

tratto la stampa
10/4/2007 (7:47) - IL CASO
L’ultimo no di Cortina: basta con le veline
La città delle liti: dalle minacce all’ambiente a Vallettopoli
MARIA CORBI
INVIATA A CORTINA D’AMPEZZOCortina la litigiosa. L’ultimo fronte che divide abitanti e villeggianti della «perla» delle Dolomiti è quello secessionista. Ma non è certo l’unico argomento che fa discutere e divide la valle ampezzana, circondata dai picchi incantati delle Tofane e del Cristallo: qui gli interessi in ballo sono molti e sfociano in battaglie durissime. Come quella sulla tangenziale di Cortina, un modo per liberare il centro dalle auto e dallo smog, o sul campo da golf approvato quest’anno e su cui i verdi hanno alzato barricate per anni (per adesso solo 9 buche, poi si vedrà). Per non parlare dell’insofferenza che si è scatenata a Natale quando gli habitué hanno alzato il loro nasino nel vedere con chi avrebbero dovuto trascorrere le feste. Truppe scomposte di Lele Mora all’attacco. Un’orda di tronisti e troniste, da Costantino Vitagliano ai fratelli Angelucci, passando per naufraghe varie dell’Isola dei Famosi, che «strusciavano» sul corso principale violando posti sacri come il bar del Posta o il Bar Lovat. «Orrore», hanno borbottato in molti scuotendo la testa su questo turismo da vallettopoli in quello che considerano un loro gioiello, una delle cinque località più glamour del mondo.Da snobbati a snobE così, con i nuovi arrivi, anche i personaggi cult disegnati da Vanzina nei suoi film di Natale, l’esercito di occupazione ampezzano formato dai generoni romani, è stato finalmente promosso. Da snobbati a snob anche loro. D’altronde non è stato il primo anno in cui i semivip hanno turbato la quiete dei vip a denominazione di origine controllata nella valle. Impossibile dimenticare due Natali fa, quando un infuriato Sting è stato costretto a scappare a gambe levate da Cortina invasa da ragazzotti che lo fotografavano con il telefonino. E anche Marta Marzotto, da sempre animatrice delle serate cortinese, gli ha dato ragione: «Addio Cortina. Sono cambiati gli ospiti, i turisti, il grande pubblico. Un tempo solo di élite. Impossibile oggi tutelare la propria privacy».Periodo nero per la «Perla» offuscata da ospiti poco graditi, «guerre» di secessione e da polemiche infinite come quella sulla Tangenziale che dovrebbe salvare il centro della cittadina da auto e smog. Undici chilometri e 330 metri di asfalto che correranno soprattutto in galleria con il tunnel sostenuto da piloni, progetto approvato dalla Regione che ha diviso abitanti e villeggianti. Da una parte chi dice: «Qualcosa si deve fare per decongestionare strade e aria» (tra loro molti giovani rampolli capitanati da Martina Mondadori). Dall’altra chi parla di «scempio ambientale».E che dire del progetto del campo da golf, approvato dopo 50 anni di polemiche e opposizioni, su cui però i verdi non si sono ancora messi l’anima in pace. Un progetto che interessa la zona che dal Miramonti scende a baita Fraina e che ha tra i suoi sponsor i grandi imprenditori veneti. La Club House sarà costruita sul terreno di proprietà delle Regole di Cortina, l’ente che gestisce il territorio forestale agricolo, in puro stile ampezzano. Come il famoso club18.Baita in dotazioneDi solito le «risse» sui problemi della «Perla» sfogano d’estate, quando in paese arrivano in massa imprenditori e bel mondo con baita in dotazione. E questa estate, tra un libro e l’altro presentati nella kermesse di Enrico e Iole Cisnetto, tangenziale e golf saranno argomenti «vecchi» rispetto al rischio-possibilità (a seconda di come la si vede) di cambiare Regione. Le vallate ladine, in Veneto, si preparano a scegliere se andare avanti verso la scissione o meno. «Non è una cosa nuova questa che chiediamo - racconta Elsa Zardini, presidente dell’Unione dei Ladini di Ampezzo -. Siamo stati per 500 anni sotto l’impero asburgico e dopo la Prima guerra mondiale, nel 1921, i nostri tre Comuni sono passati sotto il Veneto e poi tornati a Bolzano e ancora al Veneto, una sorta di balletto durato fino alla fine del Secondo conflitto mondiale. Andavamo e venivamo da Bolzano al Veneto a seconda di come andava la guerra».Insomma solo una questione storica, secondo la Zardini: Ci siamo informati prima di chiedere il referendum e le ragioni storiche sono dalla nostra parte. Stiamo mettendo assieme una documentazione, che parte dal 1918, che testimonia le nostre richieste di restare uniti con le altre valli ladine». Ma il presidente del Veneto, Giancarlo Galan, non crede a questo moto di affetto per le radici della minoranza linguistica: «Questo accade perché confiniamo con due Regioni a Statuto Speciale che, grazie ai fortissimi privilegi di cui godono, rappresentano il miele per le mosche che mettono in moto azioni secessioniste». La secessione, avverte Galan, è un danno per il Veneto. E per questo il governatore si rivolge ai parlamentari veneti: «Fatevi sentire in Parlamento, fatevi sentire dal governo, impedite in ogni modo lo smembramento della Regione che vi ha eletti. Seguiremo le attività di chi è stato eletto in Veneto e giudicheremo, assieme agli elettori, comportamenti e scelte in base al danno che comportamenti e scelte causeranno all’integrità del Veneto».

AUGURI

tratto da Wikipedia



Pasqua cristiana
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Pasqua è la maggiore festività del calendario liturgico cristiano. Essa celebra la resurrezione di Gesù di Nazareth, che, secondo le Scritture, sarebbe avvenuta il terzo giorno successivo alla sua morte in croce.
La Pasqua deriva, e per certi aspetti dipende, dalla Pasqua ebraica.
La data del giorno di Pasqua

La festa della Pasqua cristiana è mobile, viene fissata di anno in anno nella domenica successiva al primo plenilunio successivo all'Equinozio di Primavera (il 21 marzo). Questo sistema venne fissato definitivamente nel IV secolo. Nei secoli precedenti potevano esistere diversi usi locali sulla data da seguire, tutti comunque legati al calcolo della Pasqua ebraica. In particolare alcune chiese dell'Asia seguivano la tradizione di celebrare la pasqua nello stesso giorno degli ebrei, senza tenere conto della domenica, e furono pertanto detti quartodecimani. Ciò diede luogo ad una disputa, detta controversia quartodecimana, fra la chiesa di Roma e le chiese asiatiche.
Dunque, nella chiesa cattolica, la data della Pasqua è compresa tra il 22 marzo ed il 25 aprile. Infatti, se proprio il 21 marzo è di luna piena, e questo giorno è sabato, sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 marzo). D'altro canto, se il plenilunio succede il 20 marzo, quello successivo si verificherà il 18 aprile, e se questo giorno fosse per caso una domenica occorrerebbe aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile.
La chiesa ortodossa segue il calendario giuliano e quindi la data della pasqua può variare dal 4 aprile all'8 maggio.

La liturgia

La Pasqua è preceduta da un periodo preparatorio di astinenza e digiuno, della durata di quaranta giorni, chiamato Quaresima che inizia il Mercoledì delle Ceneri; l'ultima settimana del tempo di quaresima é detto Settimana Santa, periodo ricco di celebrazioni e dedicato al silenzio ed alla contemplazione. Comincia con la Domenica delle Palme, che ricorda l'ingresso di Gesù in Gerusalemme; qui fu accolto trionfalmente dalla folla che agitava in segno di saluto delle foglie di palme. Per questo motivo nelle chiese cattoliche, durante questa domenica, vengono distribuiti ai fedeli dei rametti di olivo benedetto (segno della passione di Cristo).
Gli ultimi giorni della Settimana Santa segnano la fine del tempo di Quaresima e l'inizio del Triduo Pasquale. Durante il Giovedì Santo, di mattina si svolge la Messa del Crisma, in cui il Vescovo consacra gli Olii Santi (Crisma, Olio dei Catecumeni ed Olio degli Infermi), i quali serviranno durante tutto il corso dell'anno rispettivamente per celebrare le cresime e i battesimi, ordinare i sacerdoti e celebrare il sacramento dell'Unzione degli Infermi; l'Ora Nona del Giovedì Santo conclude il tempo di Quaresima, ed il Triduo Pasquale inizia la sera del giovedì, con la Messa in Coena Domini; questa fa memoriale dell'Ultima Cena consumata da Gesù nella sua vita terrena, nella quale furono istituiti l'Eucarestia e il ministero sacerdotale, e fu consegnato ai discepoli il Comandamento dell'Amore (Gv 13,34). Durante questa Santa Messa si svolge la tradizionale lavanda dei piedi e vengono 'legate' le campane (le campane non possono suonare dal Gloria della messa del giovedì sera al Gloria della Veglia di Pasqua). In questo giorno è inoltre tradizione, non certificata dalla dottrina, compiere il suggestivo giro "delle sette chiese", andando ad adorare i sepolcri allestiti in sette chiese vicine.
Il Venerdì Santo non si celebra l'Eucarestia: la liturgia è incentrata sull'adorazione della Croce e la Via Crucis.
Il Sabato Santo, unico giorno dell'anno in cui non si amministra la Comunione salvo come viatico, è incentrato sull'attesa della solenne Veglia di Pasqua che si celebra fra il tramonto del sabato e l'alba del Nuovo Giorno. Inoltre il Sabato Santo è l'unico giorno dell'anno senza alcuna liturgia, ed è perciò detto "aliturgico". Non soltanto non può essere somministrata la Comunione, ma non si celebra nemmeno la Messa, e, di solito, nelle chiese i tabernacoli sono spalancati, e privi del Santissimo. Che viene conservato in sacrestia. Gli altari sono spogli, senza fiori e paramenti, e un senso di lutto pervade tutta l'area del tempio.

Veglia di Pasqua
La Veglia pasquale si compone di quattro fasi:
La benedizione del fuoco
La celebrazione della Parola, con sette letture che narrano la storia della salvezza
I battesimi ed il rinnovo delle promesse battesimali
L'Eucarestia

Storia della Pasqua cristiana
La Pasqua cristiana è in stretta relazione con quella ebraica, in cui si celebra la liberazione degli Ebrei dall'Egitto ad opera di Mosè. La parola Pasqua infatti significa passaggio: per gli Ebrei è il passaggio dalla schiavitù alla libertà mentre per i cristiani dalla morte fisica e spirituale alla nuova Vita Eterna.

Varianti del termine Pasqua in altre lingue
Termini derivanti da Eostremonat o il mese di Eostre:
Inglese Easter
Tedesco Ostern
Samoano Eseta (derivato dall'Inglese)
Nomi derivati dall'ebraico Pesach:
latino Pascha o Festa Paschalia
greco Πάσχα (Paskha)
albanese Pashka o Pashkët (Pascha oppure Paschet)
arabo عيد الفصح (ʿĪd'l-Fiṣḥ)
bulgaro Пасха (Paskha)
catalano Pasqua
danese Påske
olandese Pasen
esperanto Pasko
finlandese Pääsiäinen
francese Pâques
islandese Páskar
indonesiano Paskah
irlandese Cáisg
basso-tedesco Paisken
norvegese Påske
tagalog Pasko ng Muling Pagkabuhay (letteralmente "la Pasqua di Resurrezione")
portoghese Páscoa
rumeno Paşti
russo Пасха (Paskha)
gaelico Casca
spagnolo Pascua
svedese Påsk
tamazight tafaska
turco Paskalya
gallese Pasg
Termini usati in altre lingue:
Bielorusso Вялікдзень o Vialikdzen’ (letteralmente "Il Gran Giorno")
Bulgaro Великден (Velikden, letteralmente "il Gran Giorno")
Cinese 復活節 Fùhuó Jié (letteralmente "Festa della Resurrezione")
Croato Uskrs (letteralmente "Resurrezione")
Ceco Velikonoce (letteralmente "Grandi Notti" [plurale, non esiste la forma al singolare])
Estone Lihavõtted (letteralmente "prendere carne")
Ungherese Húsvét (letteralmente "prendere o acquistare carne")
Giapponese 復活祭 (Fukkatsu-sai, letteralmente "festa della resurrezione")
Coreano 부활절 (Puhwalchol, letteralmente "Stagione della Resurrezione")
Lettone Lieldienas (letteralmente "i Grandi Giorni", non esiste la forma singolare)
Polacco Wielkanoc (letteralmente "la Grande Notte")
Serbo Ускрс (Uskrs) or Васкрс (Vaskrs, letteralmente "Resurrezione")
Slovacca Veľká Noc (letteralmente "la grande notte")
Sloveno Velika noč (letteralmente "la grande notte")
Ucraino Великдень (Velykden’, letteralmente "il gran giorno") o Паска (Paska)

AUGURI

tratto da Wikipedia


Pasqua cristiana
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Pasqua è la maggiore festività del calendario liturgico cristiano. Essa celebra la resurrezione di Gesù di Nazareth, che, secondo le Scritture, sarebbe avvenuta il terzo giorno successivo alla sua morte in croce.
La Pasqua deriva, e per certi aspetti dipende, dalla Pasqua ebraica.
La data del giorno di Pasqua

La festa della Pasqua cristiana è mobile, viene fissata di anno in anno nella domenica successiva al primo plenilunio successivo all'Equinozio di Primavera (il 21 marzo). Questo sistema venne fissato definitivamente nel IV secolo. Nei secoli precedenti potevano esistere diversi usi locali sulla data da seguire, tutti comunque legati al calcolo della Pasqua ebraica. In particolare alcune chiese dell'Asia seguivano la tradizione di celebrare la pasqua nello stesso giorno degli ebrei, senza tenere conto della domenica, e furono pertanto detti quartodecimani. Ciò diede luogo ad una disputa, detta controversia quartodecimana, fra la chiesa di Roma e le chiese asiatiche.
Dunque, nella chiesa cattolica, la data della Pasqua è compresa tra il 22 marzo ed il 25 aprile. Infatti, se proprio il 21 marzo è di luna piena, e questo giorno è sabato, sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 marzo). D'altro canto, se il plenilunio succede il 20 marzo, quello successivo si verificherà il 18 aprile, e se questo giorno fosse per caso una domenica occorrerebbe aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile.
La chiesa ortodossa segue il calendario giuliano e quindi la data della pasqua può variare dal 4 aprile all'8 maggio.

La liturgia

La Pasqua è preceduta da un periodo preparatorio di astinenza e digiuno, della durata di quaranta giorni, chiamato Quaresima che inizia il Mercoledì delle Ceneri; l'ultima settimana del tempo di quaresima é detto Settimana Santa, periodo ricco di celebrazioni e dedicato al silenzio ed alla contemplazione. Comincia con la Domenica delle Palme, che ricorda l'ingresso di Gesù in Gerusalemme; qui fu accolto trionfalmente dalla folla che agitava in segno di saluto delle foglie di palme. Per questo motivo nelle chiese cattoliche, durante questa domenica, vengono distribuiti ai fedeli dei rametti di olivo benedetto (segno della passione di Cristo).
Gli ultimi giorni della Settimana Santa segnano la fine del tempo di Quaresima e l'inizio del Triduo Pasquale. Durante il Giovedì Santo, di mattina si svolge la Messa del Crisma, in cui il Vescovo consacra gli Olii Santi (Crisma, Olio dei Catecumeni ed Olio degli Infermi), i quali serviranno durante tutto il corso dell'anno rispettivamente per celebrare le cresime e i battesimi, ordinare i sacerdoti e celebrare il sacramento dell'Unzione degli Infermi; l'Ora Nona del Giovedì Santo conclude il tempo di Quaresima, ed il Triduo Pasquale inizia la sera del giovedì, con la Messa in Coena Domini; questa fa memoriale dell'Ultima Cena consumata da Gesù nella sua vita terrena, nella quale furono istituiti l'Eucarestia e il ministero sacerdotale, e fu consegnato ai discepoli il Comandamento dell'Amore (Gv 13,34). Durante questa Santa Messa si svolge la tradizionale lavanda dei piedi e vengono 'legate' le campane (le campane non possono suonare dal Gloria della messa del giovedì sera al Gloria della Veglia di Pasqua). In questo giorno è inoltre tradizione, non certificata dalla dottrina, compiere il suggestivo giro "delle sette chiese", andando ad adorare i sepolcri allestiti in sette chiese vicine.
Il Venerdì Santo non si celebra l'Eucarestia: la liturgia è incentrata sull'adorazione della Croce e la Via Crucis.
Il Sabato Santo, unico giorno dell'anno in cui non si amministra la Comunione salvo come viatico, è incentrato sull'attesa della solenne Veglia di Pasqua che si celebra fra il tramonto del sabato e l'alba del Nuovo Giorno. Inoltre il Sabato Santo è l'unico giorno dell'anno senza alcuna liturgia, ed è perciò detto "aliturgico". Non soltanto non può essere somministrata la Comunione, ma non si celebra nemmeno la Messa, e, di solito, nelle chiese i tabernacoli sono spalancati, e privi del Santissimo. Che viene conservato in sacrestia. Gli altari sono spogli, senza fiori e paramenti, e un senso di lutto pervade tutta l'area del tempio.

Veglia di Pasqua
La Veglia pasquale si compone di quattro fasi:
La benedizione del fuoco
La celebrazione della Parola, con sette letture che narrano la storia della salvezza
I battesimi ed il rinnovo delle promesse battesimali
L'Eucarestia

Storia della Pasqua cristiana
La Pasqua cristiana è in stretta relazione con quella ebraica, in cui si celebra la liberazione degli Ebrei dall'Egitto ad opera di Mosè. La parola Pasqua infatti significa passaggio: per gli Ebrei è il passaggio dalla schiavitù alla libertà mentre per i cristiani dalla morte fisica e spirituale alla nuova Vita Eterna.

Varianti del termine Pasqua in altre lingue
Termini derivanti da Eostremonat o il mese di Eostre:
Inglese Easter
Tedesco Ostern
Samoano Eseta (derivato dall'Inglese)
Nomi derivati dall'ebraico Pesach:
latino Pascha o Festa Paschalia
greco Πάσχα (Paskha)
albanese Pashka o Pashkët (Pascha oppure Paschet)
arabo عيد الفصح (ʿĪd'l-Fiṣḥ)
bulgaro Пасха (Paskha)
catalano Pasqua
danese Påske
olandese Pasen
esperanto Pasko
finlandese Pääsiäinen
francese Pâques
islandese Páskar
indonesiano Paskah
irlandese Cáisg
basso-tedesco Paisken
norvegese Påske
tagalog Pasko ng Muling Pagkabuhay (letteralmente "la Pasqua di Resurrezione")
portoghese Páscoa
rumeno Paşti
russo Пасха (Paskha)
gaelico Casca
spagnolo Pascua
svedese Påsk
tamazight tafaska
turco Paskalya
gallese Pasg
Termini usati in altre lingue:
Bielorusso Вялікдзень o Vialikdzen’ (letteralmente "Il Gran Giorno")
Bulgaro Великден (Velikden, letteralmente "il Gran Giorno")
Cinese 復活節 Fùhuó Jié (letteralmente "Festa della Resurrezione")
Croato Uskrs (letteralmente "Resurrezione")
Ceco Velikonoce (letteralmente "Grandi Notti" [plurale, non esiste la forma al singolare])
Estone Lihavõtted (letteralmente "prendere carne")
Ungherese Húsvét (letteralmente "prendere o acquistare carne")
Giapponese 復活祭 (Fukkatsu-sai, letteralmente "festa della resurrezione")
Coreano 부활절 (Puhwalchol, letteralmente "Stagione della Resurrezione")
Lettone Lieldienas (letteralmente "i Grandi Giorni", non esiste la forma singolare)
Polacco Wielkanoc (letteralmente "la Grande Notte")
Serbo Ускрс (Uskrs) or Васкрс (Vaskrs, letteralmente "Resurrezione")
Slovacca Veľká Noc (letteralmente "la grande notte")
Sloveno Velika noč (letteralmente "la grande notte")
Ucraino Великдень (Velykden’, letteralmente "il gran giorno") o Паска (Paska)

AUGURI

BUONA PASQUA A TUTTE VUOI

RAGAZZE AUGURI DI BUONA PASQUA A TUTTE VI AUGURO UNA FELICE E SERENA UNA BUONA PASQUA A SPECIALMENTE A ORNY E PINA VI VOGLIO BENE ATUTTE DUE UN BACIONE FEDE

lunedì 28 novembre 2011

DAGOSPIA

tratto Dagospia


FATE “LELEMOSINA” NEL TEMPIO DEL LELEMORISMO SENZA CORONA SENZA COCAINAVIAGGIO NEL LOCALE SIMBOLO DI VALLETTOPOLI TRA MORTI DI FAMA E CONTI IN ROSSOE LA LODO NON ENTRA: HA SPIFFERATO AL MAGISTRATO DI PISTE E RIGHE NELLA DISCOPaolo Madron per PanoramaÈ la cronaca che traccia il solco, che impone priorità e punti di vista, evidenziando i dettagli. Per esempio, se uno legge i giornali in questi giorni scopre che più importante dell’Hollywood, il tempio milanese del divertimento, uno dei luoghi deputati che fa da sfondo a questa interminabile Vallettopoli, sono i bagni dell’Hollywood. Dove, a sentire le soubrette che fanno la fila negli uffici delle procure di Potenza e Milano, succederebbe di tutto. Per una sorta di variazione d’uso, nei suddetti locali scorrerebbe più cocaina che urina.


Locali, poi, è una parola grossa. Il visitatore ignaro infatti non si spiega come quegli angusti cessi 3 metri per 3 possano ospitare tutto quel viavai di commerci. Qualcosa però ci dev’essere se, mentre lo scrivente è occupato nelle latrine a scoprire l’arcano, gli si avvicina uno che lo avverte ammiccante: «Deve tornare tra due ore se vuole la roba grossa».Ce ne sono di stranezze intorno a questa discoteca frequentata da ragazzotti di banlieue, rampolli bene e celebrities de noantri. Una su tutte: l’Hollywood non è un affare per i suoi padroni. A guardare i bilanci della Vimar srl, la società che lo gestisce, i primi sei mesi del 2006 si sono chiusi con un giro d’affari di 1,22 milioni di euro e una perdita di 68 mila. E francamente non si capisce come un posto dove lo champagne scorre a fiumi, col Dom Pérignon che va via come acqua minerale a 1.000 euro alla bottiglia e i più barboni che ne scuciono 250 per avere al tavolo vodka, seltz e qualche pezzettino di frutta, non sia (stando al conto economico) una gioiosa macchina da soldi.Ma torniamo ai cessi, vero genius loci di questo santuario del bagordo notturno. Raccontano gli esegeti che frequentano quest’indirizzo di corso Como fin dai tempi della Milano da bere (lo scorso febbraio l’Hollywood ha festeggiato 21 anni) che una volta il massimo della trasgressione era uno specchio trasparente che divideva i bagni degli uomini da quelli delle donne. Sottile e innocente diaframma di seduzione da tempo delle mele, veicolo di concupiscenti acchiappi, teatro del gioco di sguardi preludio al fatidico incontro sulla pista (di ballo, non di coca).Lo specchio c’è ancora, ma è diventato una metafora del locale, della «mise en abîme» che ne regola la disposizione: una grande sala che ne contiene un’altra, il privé, e poi un’altra ancora che cinge il privettino (il privé dei poveri), come nelle matrioske. Non sembra, ma l’anacronistico rispetto della suddivisione classista è totale. Anche negli ingressi: c’è quello per i comuni mortali con le pareti anch’esse rivestite di specchi, quello per i vip acclarati cui si accede dal parcheggio sottostante («È da qui che arriva Flavio Briatore» spiega un tizio che porta ancora negli occhi i segni di una delle sue messianiche apparizioni), un terzo laterale per gli aspiranti vip dal pedigree ancora incerto.
Stranezze, contraddizioni: la cocaina, che è droga di massa omologante, non infrange le rigide ripartizioni del locale, dove invece dilaga la contaminazione dei generi e l’alternanza delle identità. Pierre Casiraghi da Monte-Carlo, uno dei frequentatori più assidui, di giorno è studente modello testimonial del prestigio bocconiano nel mondo, la notte diventa emblema del primato assoluto dell’Hollywood tra i night-club della capitale morale. «Arriva con un codazzo di gente, ordina champagne per tutti e paga con una carta di credito nera» racconta una barista. Nera come il colore delle pareti, dei sedili e dei tavoli che danno il giusto tono dark all’ambiente, un po’ fetish tendenza pivettian-sadomaso.Gli specchi riflettono forme cangianti, più o meno come gli assetti proprietari del locale che comunque, fra tanti padroni, ne ha uno che conta di più. Si chiama Alberto Baldaccini e controlla 3.154 azioni, valore nominale 1 euro, su un capitale di 10.200. Alberto però, un giovane che preferisce frequentare The Club, altro locale che gravita nella sua orbita, è titolare della nuda proprietà perché l’usufrutto lo hanno il padre Giorgio e la madre Marta. Nella compagine leggenda vuole che si siano avvicendati nomi famosi: dal calciatore Paolo Maldini fino al mitico Lele Mora, per via del fatto che da anni l’Hollywood gli appalta la serata della domenica, quella più calda e peccaminosa. L’ultima metamorfosi societaria segnala lo scorso febbraio l’uscita di Rocco Anaclerio, in arte dj Ringo, che ha venduto le sue azioni proprio a Baldaccini Giorgio.Ma l’Hollywood non si esaurisce qui, tra i suoi bagni e i suoi specchi inquietanti. In omaggio al marketing delle «brand extension» (prendi un logo e lo replichi su prodotti diversi), il nome è servito per lanciare una linea di abbigliamento i cui testimonial sono stati Aida Yespica, Francesca Lodo, Costantino e tale Belén Rodríguez. La Vimar srl ha un amministratore unico, Davide Guglielmini, cui farebbe capo anche la delicata gestione dei tavoli al privé. Che a noi neofiti non è apparsa questione così delicata, visto che ci siamo tranquillamente andati prenotando sotto falso nome. «Ma» mi ha spiegato un frequentatore abituale «era di giovedì», che dev’essere un po’ come andare al mare il giorno dei morti.La serata clou, neanche a dirlo, è la domenica, e ha tutta una sua coreografia. Al centro del privé campeggia un trono rosso dove si siede Lele Mora circondato da belle fanciulle, muscolosi tronisti e sulfurei rintronati. L’immagine è forte, eguaglia quasi in valenza simbolica quella che immortalava due aitanti giovanotti mentre massaggiano gli alluci del manager spaparanzato nella sua villa sarda.
È qui che si capisce come l’Hollywood sia stato una tappa fondamentale nella strategia imprenditoriale dell’ex parrucchiere veronese, insuperato maestro nel creare valore dal niente facendone lievitare il prezzo a ogni passaggio, televisivo, discotecaro, giornalistico che sia. Un po’come facevano i furbetti del quartierino scambiandosi tra loro i palazzi fino a gonfiare a dismisura la bolla speculativa. E quando la bolla scoppia? Lacrime, pianti, ricatti e sostituti procuratori che a ritroso vanno alle origini di questa perfetta macchina del consenso che la bramosia di denaro ha clamorosamente inceppato.l lelemorismo sia la malattia degenerante del divismo (e la più anonima serialità il suo virus letale) lo si capisce bene scorrendo i nomi che tappezzano l’ingresso dell’Hollywood, in una specie di «hall of fame» che comincia con Robert De Niro e si conclude con Giada de Blanc, e che racconta meglio di un saggio la morte del simbolico e dell’erotismo. Un elenco sterminato, che il sito internet del locale cataloga ordinatamente per settori di appartenenza, giusto per far capire che di lì ci sono passati (quasi) tutti. O, molto più perentoriamente, per dire che «l’Hollywood è più forte delle inchieste che gli hanno puntato i riflettori addosso» come spiega al telefono con malcelato orgoglio Roberto Galli, socio e direttore artistico, un factotum cui tutti rimandano, prima di dileguarsi nel nulla perché, si sa, i giornalisti sono dei ficcanaso.Ma basta a capire che non si tratta di un baraccone, di un fenomeno estemporaneo da prendere come l’ennesima effimera propaggine della società spettacolo. Qui dietro ci dev’essere una macchina organizzativa che funziona e che arriva là dove altri non si sognano nemmeno, se è vero che Robbie Williams, icona pop incline alla sindrome depressiva, ha iniziato la sua esibizione al Forum di Assago con un sorprendente quanto marchettoso: «Dove ci vediamo dopo lo spettacolo, all’Hollywood?».


Dicono che questo putiferio di Vallettopoli adesso abbia indotto i padroni a una stretta. Lele Mora non si è più fatto vedere, Fabrizio Corona sta in galera e i protagonisti della notte milanese possono uscire senza il patema di essere paparazzati in pose sconvenienti. Qualche sera fa l’avvenente signorina Francesca Lodo, che aveva spifferato al magistrato di polvere, piste e righe che impestavano il locale, non è stata fatta entrare. Il «vip watching», ovvio, ne risente. Ma è meglio un vip di meno che l’irruzione dell’antidroga nei dorati bagni. La Milano da bere è passata, il lelemorismo finirà, ma l’Hollywood resta. È la parola d’ordine. Dice Galli che si stanno già preparando per l’Expo del 2015. Dunque basso profilo, stop agli eccessi. Anche a costo di deludere i frequentatori che vanno lì per essere contigui a calciatori e teledivi. Noi, che siamo fortunati, abbiamo visto, per la verità ce l’hanno fatto vedere, Patrick del Grande fratello, e tanto è bastato per farci riemergere nella fresca notte milanese senza la fastidiosa idea di aver buttato i soldi. (ha collaborato Lucia Scajola)Dagospia 06 Aprile 2007

domenica 27 novembre 2011

LIBERO

tratto da libero

Notizia del 5 aprile 2007 - 02:00
Tutta la verità su Costantino
La fidanzata storica del re dei tronisti vuota il sacco con un blog. L'amore innocente, la vita notturna, la corsa al successo, le attenzioni di Lele Mora...
"Queste che andrete a leggere sono le pagine di un diario, nel quale, giorno dopo giorno, ho fissato le gioie e i tormenti di un amore che, con la sua "misera" fine, mi ha lacerato il corpo e l'anima". Chi scrive queste struggenti parole si chiama Lilla Nigro ed è la prima fidanzata di Costantino. In un blog ha deciso di raccontare tutta la sua verità sul "re dei tronisti" prima e durante la sua ascesa al dorato mondo della tv. Prima che iniziasse la storia (vera? montata? chissà...) con Alessandra Pierelli. Una storia della quale lei è rimasta vittima e che l'ha segnata nel profondo.Il blog ripercorre attimo per attimo le vicende di una tresca combinata alle sue spalle con Costantino che assume di volta in volta tratti sempre più torbidi. Un Costantino capace, secondo quanto si evince dai ritagli di giornale e dalle sottolineature riportate da Lilla, di recitare la parte di innamorato con lei in privato e con Ale in pubblico. Il tutto condito da goffe ammissioni ai vari giornaletti scandalistici e dalle intromissioni interessate di Lele Mora che la apostrofa come "una profittatrice". E poi tanti tanti bigliettini d'amore che il bel Costa non le faceva mancare quando il pubblico lo credeva e lo vedeva infatuato della Pierelli.Così tra una lacrima e un rimpianto, Lilla fa rivelazioni piccanti in serie sul loro amore dal colpo di fulmine scoccato in una discoteca milanese nel settembre del 2001, in poi. "...Eri il più richiesto tra i ragazzi della notte per via del fisico scolpito e della faccia da vero scugnizzo" dice Lilla che rammenta pure che dopo l'apparizione a "Uomini e Donne" "...finalmente non ti guadagni più da vivere facendo lo spogliarellista". In quel tempo Costantino è una vera attrazione nei locali dell'Alto Milanese: a Lentate "...ti spogliavi a ogni addio al nubilato per la gioia delle tue ammiratrici. C'era chi addirittura voleva festeggiarlo più volte solo per avere il pretesto di toccarti senza sentirsi in colpa nei riguardi del futuro sposo".Ma ormai, e siamo in pieno 2002, Costa è lanciatissimo, è la star dello show della De Filippi. E cominciano le perplessità di Lilla, che però dal suo innamorato riceve laute rassicurazioni: "È solo un gioco... che dovrai scegliere lei, sei sicuro di ricevere un NO ma non è così che va a finire e nonostante la tua motivazione che dai alla scelta, ti trovi inaspettatamente e pubblicamente fidanzato"... Peccato però che Ale dica sì, così lui al telefono improvvisamente inizia a cambiare le carte in tavola, le chiede di restare nell'ombra e s'innervosisce tanto che si sente dire "che io devo mettermi in testa che questo è il tuo lavoro". Lavoro o non lavoro Lilla racconta di un Costantino in realtà disperato che si sente "incastrato" e "grazie alla mia intraprendenza... o forse vera incoscienza mi chiedi che ti aiuti a liberarti di lei".Però c'è Lele Mora. E dinnanzi a lui anche l'animoso Costa diventa un agnellino e per accondiscendere ai progetti del "re Mida" della tv le chiede di restare segreta. Sì perché pare che Mora lo volesse "...libero da qualsiasi condizionamento sentimentale e questa fu la prima regola che ti impose". Costa le racconta grandi cose di Mora, ma "...sui progetti lavorativi che ti riguardavano non eri mai altrettanto preciso...".Giorno dopo giorno Mora allunga i suoi tentacoli sempre più su Costantino, ormai lanciatissimo verso il successo. "Ti chiede... di trasferirti da lui in viale Monza. Ti metterà a disposizione un appartamento proprio sopra casa sua e vicino all'ufficio" e la relazione diventa solo via sms. Ma... patatrac! Lilla ha un timore: "Credo di aspettare un bambino". Fa il test e l'esito è positivo: "Sono incinta... Un silenzio di tomba precede il rumore assordante dei tuoi pugni sul cruscotto della macchina. Io resto muta mentre tu urli che non se ne parla neanche perchè devi partire e non puoi diventare padre ora, il Mora ti scaricherebbe su due piedi e allora addio ai sogni di gloria: devo liberarmi del bambino". Poi l'epilogo in ospedale con l'interruzione della gravidanza e l'addio. Ma Costa torna a farsi vedere e sentire: la cosa non è più come prima, ma in Lilla c'è un miscuglio di sentimenti soffocati. E una solitudine lacerante. Lei sedotta, abbandonata e senza nessuno, lui al sole di Sardegna alle dipendenze del suo manager onnipresente "che controlla anche la tua vita privata e io devo restare ancora nell'ombra".

EXCITE

tratto da Excite Italia megazine
Il vero Costantino
15:49 GIO 05 aprile 2007
Lei si chiama Lilla Nigro e ha da poco aperto un blog nel quale parla senza vincoli del vero Costantino, il popolare macho della tv italiana. E chi se ne frega, direte voi.Ad aumentare (seppur di poco) l'interesse gossipparo del blog è il fatto che Lilla Nigro in realtà sia stata la prima fidanzata del bel Costa."Queste che andrete a leggere sono le pagine di un diario, nel quale, giorno dopo giorno, ho fissato le gioie e i tormenti di un amore che, con la sua "misera" fine, mi ha lacerato il corpo e l'anima". Eccola la presentazione del blog in questione.Il "re dei tronisti" viene finalmente rappresentato come è nella realtà, spogliato di tutti quei miti che lo avevano reso famoso.Lilla ricorda gli esordi del suo ex ragazzo: "Eri il più richiesto tra i ragazzi della notte per via del fisico scolpito e della faccia da vero scugnizzo e grazie al tuo successo a Uomini e Donne non ti guadagni più da vivere facendo lo spogliarellista".Il Costantino prima maniera era un'attrazione nei locali dell'Alto Milanese: "A Lentate ti spogliavi a ogni addio al nubilato per la gioia delle tue ammiratrici. C'era chi addirittura voleva festeggiarlo più volte solo per avere il pretesto di toccarti senza sentirsi in colpa nei riguardi del futuro sposo".Il rapporto con Alessandra Pierelli? "Era solo un gioco che alla fine inaspettatamente ti ha costretto a ritrovarti pubblicamente fidanzato di lei fino a quando non ti sei sentito incastrato e grazie alla mia intraprendenza ti ho aiutato a liberarti di lei".Di fronte a Lele Mora, invece, Costa diventava un tenerone. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per accondiscendere ai progetti del "re Mida" della tv. "Ricordo quando Mora ti chiese di essere libero da qualsiasi condizionamento sentimentale e questa fu la prima regola che ti impose. Dopo un po' di tempo ti chiese di trasferirti da lui in viale Monza. Ti metterà a disposizione un appartamento proprio sopra casa sua e vicino all'ufficio".Ad un certo punto però Lilla si scopre incinta di Costantino: "Un silenzio di tomba precede il rumore assordante dei tuoi pugni sul cruscotto della macchina. Io resto muta mentre tu urli che non se ne parla neanche perchè devi partire e non puoi diventare padre ora, il Mora ti scaricherebbe su due piedi e allora addio ai sogni di gloria: devo liberarmi del bambino".In ospedale la gravidanza viene interrotta, esattamente come il loro rapporto.